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Da Zika alla malaria, le infezioni che fanno sospendere le donazioni di sangue

Gli appelli che si susseguono in questi giorni stanno ricordando a tutti i donatori di sangue, o a chi sta pensando di diventarlo, di andare a donare prima di partire per le vacanze estive. Chi invece ha programmato la propria donazione una volta tornato da un viaggio all’estero, ma anche in alcune zone d’Italia, deve considerare bene la situazione epidemiologica della località dove ha soggiornato. Lo ricorda il Centro Nazionale Sangue, che sulla base delle segnalazioni delle istituzioni nazionali e internazionali formula e aggiorna periodicamente le raccomandazioni per le possibili sospensioni temporanee dalla donazione.

Per quanto riguarda l’Italia, sottolineano gli esperti del Centro, al momento l’attenzione è concentrata sul virus del Nilo Occidentale (conosciuto con la denominazione inglese di West Nile Virus), per cui è iniziato il monitoraggio su tutto il territorio nazionale. Scatterà la sospensione per 28 giorni per tutti gli aspiranti donatori che avranno soggiornato per almeno una notte nei territori ‘dove il virus circola’, oppure, in alternativa, essi saranno sottoposti ad un test per la ricerca del virus.

La sospensione per 28 giorni varrà anche per chi è stato nei Paesi dove sono segnalati casi autoctoni del virus Zika, dal Brasile ad alcune aree del sud est asiatico, e non ha avuto sintomi della malattia. Se invece c’è il sospetto di essere stati contagiati la sospensione sale a 120 giorni.

Anche per chi soggiorna nelle zone dove sono presenti i virus ‘parenti’ di Zika, da Chikungunya a Dengue, c’è il rischio sospensione, che deve essere valutato dal medico al momento della donazione.

Per i viaggiatori che rientrano da viaggi in paesi dove è diffusa la malattia di Chagas (Messico, America Centrale e Sud America) e che hanno viaggiato in aree a rischio (rurali) e soggiornato in condizioni ambientali favorenti l’infezione (camping, trekking) possono essere ammessi alla donazione solo in presenza di un test negativo per Tripanosoma Cruzii.

Per chi va, invece, in zone dove è endemica la malaria, dall’Africa subsahariana all’Asia a molti paesi in America Latina, la prima data utile per andare a donare è sei mesi dopo il rientro. Un altro virus ‘tenuto d’occhio’ dagli esperti internazionali è quello della Febbre Gialla, attualmente presente in molti paesi dell’America e in Africa. Per chi non ha seguito la raccomandazione di vaccinarsi prima della partenza il medico potrebbe anche in questo caso decidere al rientro una sospensione temporanea.

Fonte: Istituto Superiore di Sanità – AVIS Nazionale