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Avis, Più donatori – La sfida: includere anche gli stranieri

L’Avis comunale continua a crescere. Il 2018 si è chiuso positivamente per la sezione di Brescia città dell’Associazione volontari italiani del sangue: rispetto all’anno precedente, sono aumentati sia i donatori che il numero delle donazioni, segno che l’interesse per l’attività dell’Avis coinvolge anche i più giovani. Rimangono però alcune questioni aperte: tra queste, la difficoltà di coinvolgere i cittadini stranieri, il ritardo nel riconoscimento della quota del 5×1000 relativa al 2017 e il ritardo dei risultati delle donazioni.
L’Avis comunale ha fatto il punto della situazione nel corso dell’84a assemblea della sezione cittadina, tenutasi nel Centro convegni dell’Iveco. Il presidente Gabriele Fossati ha sottolineato «il confronto collaborativo con l’Avis provinciale, che è migliorato specialmente nell’ambito del lavoro dell’accettazione dei donatori al centro di raccolta, anche se rimangono alcuni problemi soprattutto nel weekend per le errate iscrizioni di donatori della provincia nella nostra sezione».
Permangono anche alcune questioni legate al sistema informatico e alla comunicazione e «va migliorato il tempi d’attesa dei donatori», mentre va rimarcato «il vergognoso ritardo sui risultati delle analisi delle donazioni, che arrivano anche un mese dopo – ha notato Fossati -. Chi gestisce il sistema informatico della sanità lombarda ci ha creato nuovi disagi nelle operazioni di fusione dei nostri dati nei nuovi server». Questo nonostante il valore di Avis Brescia sia stato quantificato anche da uno studio di Marianna Cavazza dell’università Bocconi di Milano, commissionato dall’Avis regionale: dall’analisi è emerso che il valore del lavoro volontario all’interno dell’associazione è di circa 100 mila euro annui.
«Senza i volontari, non potremmo raggiungere i risultati attuali – ha commentato il presidente -. Un grazie va anche ai cittadini che ci hanno sostenuto con il 5×1000: per il 2016 è stato di 22 mila euro, mentre ci preoccupa non vedere ancora sul sito dell’Agenzia delle Entrate il valore che ci compete per il 2017». Il 2018 ha portato in dote anche nuovi gruppi Avis, che si sono creati all’intero di enti, associazioni e realtà istituzionali del territorio: tra questi, l’Avis «Comando provinciale dei Carabinieri di Brescia», il gruppo «Radio-Taxi Brescia» e «Donatori nati», costituito all’interno della Polizia di Stato.
«Questi gruppi sono il nostro valore aggiunto, la nostra forza», ha commentato Fossati, che ha anche ricordato che «continuerà la campagna informativa sui bus cittadini, così come l’impegno nelle scuole: l’anno scorso abbiamo incontrato 450 studenti delle classi quinte di otto istituti diversi, stiamo pianificando gli interventi del 2019».
I DONATORI sono in crescita: se a fine 2017 erano 4.818, dodici mesi dopo sono passati a 4.896, con una crescita di 78 unità. Crescono anche le donazioni: nel 2017 furono 9066, nel 2018 sono state 189 in più, arrivando a 9255. Gli uomini prevalgono sulle donne (3.482 donatori contro 1.389 donatrici), mentre per quanto riguarda la divisione per fasce d’età, i donatori tra i 18 e i 25 anni sono il 16 per cento, quelli tra i 26 e i 35 sono il 22 per cento, nella fascia 36-45 anni sono il 23 per cento, tra i 46 e i 55 anni sono il 27 per cento e i donatori con più di 56 anni sono il 12 per cento del totale. I donatori sono quasi tutti di nazionalità italiana: sui 4.871 soci donatori (25 sono soci, ma non donatori si sangue), 4.688 sono italiani, 101 vengono da Paesi europei e 82 da altri Paese. L’assemblea ha anche approvato il bilancio 2018, in «rosso» (ripianato con l’utilizzo delle riserve) di quasi 25 mila euro, dovuto soprattutto al contributo di solidarietà di 18.510 euro versato ad Avis provinciale.

FONTE : www.bresciaoggi.it